Come si chiama uno che tiene la roba di una altro a casa sua?
si chiama ladro!!
minuto 10:00 grasse risate!!
27 mag 2009
L'insostenibile impunità di Berlusconi - Marco Travaglio
24 mag 2009
Marco Boschini a Geo e Geo 15 Maggio 2009
Marco Boschini , presidente dell'associazione Comuni Virtuosi, ospite a Geo e Geo del 15 Maggio 2009
Per chi è profumo di elezione a sindaco o assessore o consigliere di qualsiasi comune!
Buona visione
20 mag 2009
Cinque domande per Napolitano
Il Presidente della Repubblica rappresenta tutti gli italiani. E' la più alta carica dello Stato. Chi la presiede è Giorgio Napolitano. Da cittadino desidero porgli cinque domande. Napolitano la prego di rispondere. La Repubblica Italiana è al collasso economico e politico. Lei è il garante della Repubblica. Se non se la sente di fornire delle spiegazioni per motivi a me sconosciuti si dimetta.
Il suo gesto sarà apprezzato.
PRIMA DOMANDA:
Perché ha firmato il Lodo Alfano che consente l'impunità a Silvio Berlusconi nel processo Mills?
SECONDA DOMANDA:
Perché non si è auto escluso dal Lodo Alfano dato che non risultano reati a Lei imputati?
TERZA DOMANDA:
Perché ha firmato il Lodo Alfano in un solo giorno quando invece poteva rimandarlo alle Camere?
QUARTA DOMANDA:
Perché ha firmato il Lodo Alfano senza consultare la Corte Costituzionale per un parere preventivo?
QUINTA DOMANDA:
Perché ha firmato il Lodo Alfano sapendo che in precedenza era stato bocciato dalla Corte Costituzionale il Lodo Schifani che del Lodo Alfano è una fotocopia?
PS: il Lodo in realtà è una legge, perché il lodo prevede l'accordo tra le parti ed in questo caso non c'é stato.
manda la mail https://servizi.quirinale.it/webmail/
e chiedi spiegazioni garbatamente! io l'ho fatto!!
13 mag 2009
8 mag 2009
4 mag 2009
30 apr 2009
Penalisti contro la 'salva manager'
IL TESTO DELL'APPELLO DEI PENALISTI
Il professor Marinucci con una settantina di colleghi "professori di diritto penale e di altre discipline giuridiche", ha sottoscritto un appello a Napolitano per puntare il dito contro una norma che "esonera da responsabilità i soggetti (datore di lavoro e dirigenti) che rivestono posizioni apicali nell'impresa: non sarebbero più obbligati - dicono i firmatari del documento - ad impedire eventi lesivi o mortali nei luoghi di lavoro quando a concausare gli eventi siano condotte colpose di altri soggetti".
"Spogliando i soggetti che rivestono posizioni al vertice dell'impresa del loro indiscusso ruolo di garanti della vita e dell'incolumità fisica dei lavoratori", affermano i giuristi, "si apporta una profonda deroga alla disciplina generale della responsabilità omissiva, disciplinata dall'art. 40 comma 2 del codice penale, stabilendo che nei reati commessi mediante violazione delle norme relative alla prevenzione degli infortuni ed all'igiene sul lavoro i vertici dell'impresa non sono più responsabili, quando l'evento morte o lesioni personali "sia imputabile" al fatto colposo del preposto, dei progettisti, dei fabbricanti, dei fornitori, degli installatori, del medico competente o del lavoratore".
Il timore è che venga meno il dovere di controllo da parte dei vertici delle aziende. Dunque, per i giuristi, quell'articolo non può essere riscritto, perché "finisce per creare una eccezione ad un principio del codice penale", sottolinea Marinucci, che porta come esempio la figura del direttore di giornale "che deve fare in modo di impedire reati a mezzo stampa", o il bagnino in piscina "che è garante della vita delle persone nella struttura". E nessuna legge può stabilire una deroga al principio del controllo.
I professori che hanno sottoscritto l'appello, ravvedono poi anche altri profili di illegittimità costituzionale. "In primo luogo per contrasto con l'articolo 76 della Costituzione, dal momento che la legge delega non faceva alcun riferimento ad una tale forma di limitazione di responsabilità per datori di lavoro e dirigenti, con conseguente eccesso di delega da parte del governo", poi verrebbero anche violati gli obblighi comunitari, limitando "l'esclusione della responsabilità del datore di lavoro alle sole ipotesi di intervento di fattori eccezionali ed imprevedibili". Infine per aver "irragionevolmente dato la prevalenza agli interessi del datore di lavoro rispetto a quelli dei lavoratori in un quadro costituzionale nel quale l'iniziativa economica è libera, a condizione però che non si svolga 'in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana'", così come recita l'articolo 41 della Costituzione.
A poco sono valse anche le rassicurazioni del ministro del Welfare. Maurizio Sacconi, impegnato anche oggi pomeriggio in una riunione sull'argomento davanti alla Commissione d'inchiesta sugli infortuni sul lavoro. Sacconi si è detto pronto a riscrivere il testo "affinché ne sia chiara la finalità" e per definire "con certezza qual è l'ambito dell'eventuale concorso di colpa dell'imprenditore rispetto ad una responsabilità che si è rivelata prevalente nei sottoposti, dal direttore di stabilimento al preposto alla sicurezza fino anche allo stesso lavoratore".
Ma il professor Marinucci e i suoi colleghi, ricordano che "la progettata modifica normativa si applicherebbe non solo per il futuro, ma anche per il passato", ossia ai processi in corso, compresi quelli alla Thyssen e alla Eternit, "trattandosi di una disciplina più favorevole". Insomma si tratta di una norma che non può essere 'riscritta', ma che va completamente cancellata.