riporto dall' Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia:
Vi comunichiamo che il luogo della manifestazione del 28 gennaio, a Roma, è Piazza Farnese (e non più P.zza della Repubblica a causa di ritardi e dinieghi da parte del Comune di Roma)
L' Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, membro del comitato promotore della manifestazione "Difendiamo la democrazia e la legalità costituzionale" che si svolgerà a Roma, in Piazza Farnese, alle ore 9, annuncia la partecipazione di una propria delegazione che prenderà la parola nel corso della manifestazione.
"Punire dei magistrati per aver tentato di fare rispettare la legge a politici, magistrati ed imprenditori corrotti, rienra in una logica dittatoriale alal quale noi, come familiari degli uomini e delle donne morti in difesa della democrazia e della legalità costituzionale, abbiamo il dovere di ribellarci". Ad affermarlo è Sonia Alfano, presidente dell' associazione che riunisce oltre ottanta familiari di vittime innocenti della mafia, che ha aggiunto: "L' aver rimosso dai propri incarichi e dalla procura di appartenenza dei magistrati il cui operato era già stato ritenuto legittimo dal Tribunale del Riesame è il segno che la democrazia di questo paese è fortemente danneggiata e quasi inesistente e senza una reazione forte e decisa da parte della società civile l'oligarchia dalla quale è di fatto retta l' Italia continuerà a perpretare i propri abominii in spegio al sangue degli eroi morti a difesa della nostra democrazia" Infine il presidente ha rivolto un sincero ringraziamento a "Beppe Grillo, Marco Travaglio, Carlo Vulpio, Gianni Vattimo, Pancio Pardi ed a tutte le persone libera che con coraggio ed impegno hanno aderito alla nostra manifestazione e saranno presenti il 28 gennaio in Piazza Farnese. Ma l'appello più accorato - ha aggiunto il presidente - oggi deve essere rivolto ai tanti magistrati liberi che, voglio credere, non possono assecondare la complicità di sistema assunta in modo bieco e protervo dall' ANM. Da quella ANM devono oggi distanziarsi, pena la perdita di ogni credibilità".
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